Project Description

Castello D’Albertis, Genova, Italia

Situato in una posizione che domina tutto il golfo e la città di Genova, Castello D’Albertis Museo delle culture del mondo è una casa-museo in stile neogotico ideata dall’omonimo Capitano, viaggiatore, scrittore, costruttore di meridiane e fotografo.

Al suo interno spicca la Sala Colombiana, dove la ricca documentazione racchiusa nei volumi storici della biblioteca offre oggi più di uno spunto di riflessione a partire dal fatto che questi all’epoca erano una delle poche fonti di informazione, accessibili soltanto ad una élite che poteva disporre di denaro e cultura adeguata per viaggiare e comprenderle.

Gli ottocenteschi “handbook for travellers” scritti in inglese ed in francese, costituirono per lo stesso D’Albertis, pioniere del turismo moderno, lo strumento fondamentale per documentarsi prima di intraprendere i suoi viaggi.

Queste guide, realizzate con stampo enciclopedico, furono scritte da positivisti europei, con l’intento di catalogare in modo scientifico quei mondi allora lontani, ancora avvolti, a livello di immaginario comune, da un alone di mistero.

Immergersi in questi testi offre oggi la possibilità di vedere come l’Europeo dell’epoca, forte della sua cultura colonizzatrice e fiducioso nel trionfante progresso della scienze, si pone di fronte all’Altro e all’Altrove.

Questi testi consolidavano sempre più quell’idea di superiorità europea e, in un’ultima analisi, incrementavano la legittimazione ideologica della formulazione scientifica delle razze.

Sala 18 vuole quindi riprendere quelle stesse lenti che vedevano il mondo sottomesso alla volontà europea indicando nel turismo un mezzo consolidatore dell’affermazione europea sull’Altro.

In un secondo momento però, la sala 18 si pone come chiave di lettura del passato e come strumento che ci offre oggi una maggior consapevolezza storica.

Per addentrarsi in questo viaggio nel passato, viene fornita la traduzione letterale di brani di tre *handbook* selezionati per continente con lo scopo di far riflettere sulle origini ed il diffondersi dell’ideologia razzista.

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